La nuova legge elettorale in Calabria è neofascista, antidemocratica e fatta a uso e consumo delle segreterie regionali dei partiti borghesi

La maggioranza di destra del Consiglio regionale della Calabria ha approvato il 3 giugno scorso la nuova legge elettorale regionale per l'elezione diretta del presidente della giunta e dei consiglieri. Approvazione avvenuta dopo la modifica allo Statuto della regione che ha ridotto i consiglieri da 50 a 30.
Una legge neofascista e antidemocratica fatta ad uso e consumo delle segreterie regionali dei partiti calabresi della destra e della “sinistra” del regime, che rappresenta il “colpo di coda” della terribile esperienza di governo della destra calabrese, in vista delle prossime regionali che si terranno probabilmente nel mese di novembre. Elezioni anticipate per effetto della condanna e relativa sospensione del presidente, il fascista mal ripulito Giuseppe Scopelliti (NCD), nel frattempo trombato alle europee del 25 maggio scorso dopo aver cercato inutilmente l'impunità con la conquista di un seggio a Strasburgo.
La Calabria viene divisa in tre circoscrizioni elettorali (che sostituiscono le 5 precedenti corrispondenti alle 5 province): Calabria Nord-Cosenza, Centro Catanzaro-Vibo Valentia-Crotone, Sud Reggio Calabria. Altissima la soglia di sbarramento: non saranno ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che non abbiano ottenuto almeno il 15% dei voti (5% nella vecchia legge) a livello regionale se non collegate ad una coalizione, mentre lo sbarramento scende al 4% in caso di liste coalizzate. Altre modifiche concernono l’eliminazione della possibilità del voto disgiunto, previsto nella legge precedente, che consentiva di votare una lista e un candidato a presidente di due coalizioni diverse e il numero di consiglieri eletti con il cosiddetto “listino bloccato” che da nove passano a sei.
Garantita la maggioranza alla coalizione più votata con un premio che innalza al 55% il numero dei seggi della coalizione collegata al presidente che abbia ottenuto più voti nel caso che dalle urne non risultasse eletta una maggioranza consiliare.
Un mix micidiale di proporzionale con sbarramento altissimo e maggioritario che rende la nuova legge peggiore di quella precedente. Ritirato un emendamento che prevedeva la cosiddetta “doppia preferenza di genere” cioè la possibilità di votare anche una donna candidata, per ottenere un Consiglio regionale con una componente femminile del 50%.
Molti i dubbi circa la costituzionalità della legge espressi da vari esponenti politici: colpisce l'altissima soglia di sbarramento del 15% sia per le liste non collegate che per le coalizioni, soprattutto se confrontato con lo sbarramento del 4% per i partiti coalizzati, misura questa pensata evidentemente per i partiti più piccoli delle coalizioni (su tutti il NCD di Alfano, dello stesso Scopelliti e dei fratelli Gentile) che quindi potranno fare la parte del leone a danno di liste e partiti magari molto più votati ma fuori dalle 2 coalizioni principali.
Il PD in Consiglio regionale ha votato contro e sbraita sui giornali la propria contrarietà ma bara perché, in realtà, questa legge va benissimo anche a loro perché garantisce, come hanno sempre chiesto anche poco prima dell'approvazione, la “governabilità della regione”; d'altra parte, che il PD non sia alternativo in nulla alla destra lo dimostra il fatto che Scopelliti e il NCD sono alleati di Renzi e governano insieme l'Italia intera a Palazzo Chigi. Come fanno a parlare di “golpe”? Ci vuole una bella faccia di bronzo!
I rappresentanti di Grillo parlano di “legge fatta contro i 5 stelle”, in riferimento allo sbarramento al 15% sia di lista che di coalizione, giocando al ruolo di “vittime delle larghe intese”. In realtà sono vittime, come tutte le liste non coalizzate, della stessa logica bipolare neofascista del maggioritario: la legge, intanto, non è contro il M5S perché prima delle europee del 25 maggio loro stessi dicevano di essere il 51% dei calabresi (e non il 15% cioè la soglia di sbarramento), quando in realtà al netto degli astenuti si sono poi rivelati essere circa il 9% del corpo elettorale. Ma soprattutto perché Grillo e compari non sono affatto contro il maggioritario e le sue storture, anzi! Quindi anche le loro critiche appaiono, almeno in parte, strumentali.
Anche la segreteria della CGIL Calabria ha espresso parere negativo sulla legge: “Ci lascia perplessi e veramente preoccupati ciò che è accaduto. A colpi di maggioranza, ancora una volta è stata approvata una norma monca del concreto spirito democratico, inscritta in una logica autoritaria, che ha innalzato la soglia di sbarramento dal 5% al 15%. Una scelta che lede la rappresentanza politica in seno all'assemblea regionale e la valenza stessa dei partiti, limitando indirettamente la libertà di voto dei cittadini.
La Calabria fa un passo indietro rispetto al resto del Paese. La bocciatura dell'emendamento sulla doppia preferenza di genere non solo è un atto deficitario per la Calabria, in quanto non viene così recepita una legge nazionale che, al contrario, è già attiva in altre regioni italiane; ma soprattutto, è sintomo della mancanza di una reale democrazia paritetica: viene meno la reale partecipazione delle donne alla vita pubblica e politica all'interno delle istituzioni. Tutto ciò è la manifestazione di una cultura politica della maggioranza chiusa, arretrata, fallimentare e incapace di delineare il futuro democratico e istituzionale della Calabria".
Anche alla luce della nuova legge elettorale regionale neofascista, presidenzialista e antidemocratica appare ancor più evidente che il voto più utile per le masse popolari calabresi alle prossime regionali sarà quello astensionista, inteso come un voto dato al PMLI contro il capitalismo e per il socialismo, nel contempo favorendo le condizioni per la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo: le Assemblee popolari e i Comitati popolari, perché, come dice il Documento dell'Ufficio politico del Partito contro il governo Renzi: “Solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere al proletariato”.

18 giugno 2014